TRA ARTE E CURA
Il valore e Il senso che l’espressione artistica assume quando la si intreccia con i mondi e i significati della “cura” nella sua accezione più ampia.
Le interviste qui ospitate vertono sulla relazione che intercorre tra arte e cura, ossia intorno al valore e al senso che l’espressione artistica assume quando la si intreccia con i mondi e i significati della “cura” nella sua accezione più ampia.
Le diverse forme ed espressioni artistiche che hanno accompagnato e influenzato l’evoluzione del genere umano si nutrono del bisogno proprio dell’uomo di ulteriorizzare l’esperienza personale e il proprio sé. Il processo creativo spesso prende origine da emozioni, stati d’animo, sentimenti o riflessioni associate alle esperienze capitali dell’esistenza come l’amore, il viaggio, l’incontro fra culture diverse, la malattia o la morte.
Esercitare e coltivare una sensibilità artistica attiene alla facoltà di pensare-narrare di sé e da ciò discende la possibilità di generare senso (direzione e significato) per sé e per gli altri.
L’opera artistica concerne la descrizione della condizione umana a partire da particolari e peculiari punti di osservazione, offre pertanto l’opportunità di acquisire punti di vista diversi sulla realtà e alimenta importanti riflessioni su temi centrali dell’esistenza e della vita di ciascuno di noi.
Nel processo creativo e nella fruizione dell’opera d’arte si vivono suggestioni, pathos, e fascinazioni, e la possibilità-necessità di interpretare l’opera stessa alimenta la capacità di comprendere gli esseri umani nella loro specificità e unicità. In ambito sanitario, tutto ciò può supportare lo sviluppo di competenze narrative e interpretative sul mondo del paziente e su se stessi, consentendo di acquisire una sorta di “mappa” dell’esperienza emotiva necessaria per accogliere, riconoscere e comprendere i sentimenti e i vissuti emotivi che si incontrano nei territori della fragilità e della cura.
Come potrebbe allora la cultura artistica non far parte del curricolo di un professionista sanitario?
Intervista a Michelangelo Pistoletto
Intervista a Gastone Cecconello