Il petit-onze (piccolo undici) è una composizione breve di origine surrealista. La sua origine viene attribuita alla scuola del poeta e scrittore francese André Breton, che l’aveva coltivata per contrastare la magniloquenza della poesia del suo tempo.
La principale caratteristica del petit-onze è la disposizione delle undici parole che lo compongono in una struttura ad “albero”.
In particolar modo, le parole vengono suddivise in cinque versi secondo uno schema fisso: una prima parola in alto, due parole nel secondo verso, tre nel terzo, quattro nel quarto e, per concludere, un’unica parola nel verso finale.
A differenza dei componimenti orientali, questo tipo di forma poetica non tiene conto del numero di sillabe e non prevede l’utilizzo di rime.
I partecipanti al progetto hanno prodotto alcuni petit-onze mediante i quali hanno espresso e raccontato qualcosa di sé in qualità di persone che hanno vissuto l’esperienza del trapianto.
Antonietta
Ironia
un sorriso
non bisogna drammatizzare
facciamoci una bella risata
Divertiamoci
Maurizio
Trapianto
Nuova vita
Ritorno alla libertà
Basta schiavitù della dialisi
Felicità
Maria
Cuore
colibrì rosso
battito d’ali
come un guerriero valoroso
combatti
Vita
mai scontata
in luoghi inaspettati
sacra, divina, umile, trovi
solidarietà
Robert
Penso
a te
sei ancora qui
il vuoto si riempie
grazie
Sole
sorgi ancora
scaldi la vita
i tuoi raggi mostrano
la via
Musica
un inno
riempie il vuoto
un’armonia di gioia
rivivo
Piccolo
vuoi sentire
una cosa divertente
vivo e mi diverto
ancora
Sai
quelli veri
non ti tradiscono
quando ne hai bisogno
sono
Primavera
un fiore
rinasce come me
e alla sera stanco
sogna
Marisa
Quando
La vita
Ti scava dentro
Come l’acqua leviga, trasforma,
illumina
Ieri
Giovane impaziente
Vivo, sbaglio, cambio
Oggi equilibrio, armonia. Domani…
Tempo