Cosa vedo allo specchio
La protagonista rivede un percorso interiore e intimo riservato, mentre l’ultima immagine rappresenta la speranza che libertà, uguaglianza, fratellanza, si attuino nel mondo.
La protagonista rivede un percorso interiore e intimo riservato, mentre l’ultima immagine rappresenta la speranza che libertà, uguaglianza, fratellanza, si attuino nel mondo.
La felicità di intraprendere un nuovo percorso, di ricoprire un ruolo simile, ma profondamente diverso, per tornare a sentirsi utile aiutando le persone.
La protagonista sviluppa una riflessione sui propri occhi, su quelli dei nonni come maestri di vita, quelli dei propri genitori, sempre incoraggianti; quelli del marito e dei figli che regalano gioia e fiducia.
Lo specchio non è solo uno strumento per vedere la nostra immagine riflessa, ma diventa la metafora del tempo, attraverso il quale osserviamo i cambiamenti che ci hanno resi le persone che siamo oggi.
Guardarsi allo specchio e sorprendersi ogni volta nel ritrovarsi riflessi, sempre uguali, sempre diversi. Il percorso di digital storytelling ha permesso alla protagonista raccontarsi, di rivedersi, ritrovarsi, e riconfermarsi.
Ho avuto l'opportunità di sperimentare, dal vivo, su di me, il potere catartico della scrittura tradotta, successivamente, in immagini, suoni, colori, musiche, fotografie.
La VI edizione del concorso nazionale GIM, paladino di un sogno ha esortato, ancora una volta, pazienti, caregiver e professionisti della cura a far sentire la loro voce, a raccontare e rendere disponibile la loro esperienza di malattia e di cura, a testimoniare l’esistenza di un mondo costruito sulla cura di [...]
Il progetto “Etica in pratica” si è sostanziato nella realizzazione di un laboratorio formativo condotto nel periodo novembre 2011-luglio 2013 dalla Prof.ssa Luigina Mortari dell’Università di Verona e da Vincenzo Alastra, coadiuvati da Rosa Introcaso e Valentina Mazzoni in qualità di tutor d'aula.
Il progetto “Il lavoro non visto” fa riferimento a un laboratorio formativo che ha coinvolto 12 infermieri dell'ASL BI operanti nei Servizi Territoriali, al domicilio dei pazienti.
Esperienza determinante d’intreccio tra cura infermieristica e pratica narrativa. L’infermiera, facendo perno sulla propensione alla scrittura della protagonista, in precarie condizioni economiche, diabetica, obesa, grazie a un approccio alla cura improntato nel senso della medicina narrativa, l’ha invitata a tenere un diario in cui annotare vissuti, dubbi, difficoltà, desideri e aspettative in relazione al percorso di cura.